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Titolo: Gli elisir del diavolo Autore: Hoffmann Ernst T. Traduttore: Pinelli C. Editore: Newton Compton Dati: 1989, XXIII-321 p. Prezzo: Lire 3.900 Purtroppo per il momento devo accontentarVi di questa scheda trovata online di questo che ritengo il più bel romanzo dell'orrore che abbia mai letto: tra l'altro facile, visto che preferisco i racconti di questo genere... [In questo romanzo scritto tra il 1815 e il 1816] compaiono motivi cari a Hoffmann: sdoppiamento della coscienza e follia. Protagonista il monaco Medardo o Medardus che, strappato alla sua originaria innocenza, si abbandona ad una passione criminale, sulla scia del desiderio e dell'istinto omicida. Nonostante l'orrore per le proprie azioni, Medardus rimarrà a lungo sordo ai consigli di un misterioso pittore, finché non vedrà riflessi i suoi crimini nella figura di un suo "simile", in cui riconosce segni atavici. Capisce allora che anche in lui si combatte la guerra tra le opposte potenze che governano il nostro destino. Con questo romanzo Hoffmann compie un'azione dirompente: distrugge l'archetipo umano prevalente nell'immaginario della sua epoca. Medardus è la storia di un Io privo di un centro preciso, che si strugge per dare un senso alla sua esistenza. Ma sarebbe riduttivo concepire "Gli Elisir del diavolo" solo come un romanzo che ha per tema centrale un caso di schizofrenia o di dispersione dell'Io. Hoffmann da un lato esprime tratti psicologici salienti tra gli scrittori del Romanticismo, dall'altra è legato a un razionalismo illuminista che concepisce la scrittura come un ambito in cui la ragione trova nuovi modi per ridefinire il proprio concetto di verità. La novità consiste in questo: legare la varia riflessione sullo status psicologico e morale dell'individuo moderno a una trattazione basata sugli stereotipi che a quella trattazione in qualche modo si rifanno. L'attenzione si è sovente concentrata sull'originalità dell'analisi psicologica del protagonista la vera novità che destruttura al suo interno il romanzo nero. Medardus è il rappresentante di un’umanità indefinita nella sua identità, una specie di entità mutevole che esplica in modo sempre diverso la sua stessa esistenza. Egli assume continuamente nomi e aspetti diversi che sono espressione di un'identità instabile e che riconducono all'immaginario legato ai miti dell'età classico-romantica. L'unico romanzo che, sebbene letto durante un'estate particolarmente afosa, è riuscito a farmi sentire un brivido di freddo lungo la schiena! Una storia "nera", ma anche romantica e triste... Edited by Gas75 - 30/4/2009, 16:21 |