Posts written by Apu hau

view post Posted: 20/3/2009, 11:20 [Adriano Bacchella] Gatti - Altro
image ....grazie del suggerimento Walk...
...e spero che appena sarà pronto apprezzerai anche il mio photobook sui gatti...

Ti do qualche anteprima... QUIimage
view post Posted: 18/3/2009, 14:59 [William Monter] Riti, mitologia e magia in Europa all'inizio dell'età moderna - Storia

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Titolo: Riti, mitologia e magia in Europa all'inizio dell'età moderna
Autore: William Monter
Traduttore: Alessio Ca' Rossa
Editore: Il Mulino (collana Universale paperbacks Il Mulino)
Dati: 1988, 248 p.
Prezzo: € 12,50



In breve...

Questo saggio brillante ed iconoclastico offre un inedito profilo dei movimenti religiosi tra il 1500 ed il 1750. Riti, miti, magie e tutte quelle espressioni devianti del sentimento religioso che chiamiamo "superstizioni" sono il tema di questo excursus che tiene conto dell'Europa, delle colonie americane e delle principali comunità religiose. Atrocità, crimini, follie: un intero repertorio dell'efferatezza in cui il tratto principale è costituito dalla straordinaria persistenza e dall'ubiquità, nell'arco di due secoli e mezzo, dell'intollerenza religiosa, in cui emergono forme di contaminazione insospettate tra religiosità popolare e religione popolare. Grazie alla sua documentata analisi, Monter ci costringe a rivedere molti luoghi comuni; per esempio, maghi, streghe ed eretici furono perseguitati con minore accanimento dall'Inquisizione che non dai tribunali laici. E ancora: l'idea di tolleranza - da Erasmo a Spinoza a Pierre Bayle - evolve in modo contrastato prima di diffondersi nella pratica corrente. Sorprendentemente, il XVII secolo, molto più del Medioevo e a dispetto del razionalismo trionfante, è il vero teatro europeo della persecuzione religiosa e della tortura.

Grazie a questo libro è possibile avvicinarsi, ad esempio, alla "verità" su quei tanto noti (si fa per dire, lo scoprirete leggendo queste pagine) processi alle streghe. Monter ci aiuta infatti a chiarire alcuni concetti: la caccia alle streghe fu, fondamentalmente, una invenzione della religiosità popolare del tardo Medioevo. E' vero: gli antecedenti della stregoneria europea del Quattrocento sono stati fatti risalire a credenze popolari precristiane ed ai precedenti processi per eresia che nel Duecento avevano portato all'istituzione dell'Inquisizione pontificia. Tuttavia, resta assodato che le credenze dei dotti ecclesiastici circa il potere del Diavolo di recare danni e di contrarre patti con creature umane fecero tutt'uno con le idee popolari circa gli incantesimi magici e le donne che si adoperavano in cavalcate notturne proprio e soltanto nel basso Medioevo. Prima del Quattrocento, veri e proprio processi riguardanti nocive pratiche magiche compiute in forza di patti col Diavolo se ne trovano ben pochi, mentre diventarono un fatto ordinario dopo il 1425, in coincidenza con la sempre maggiore attenzione all'operato delle streghe (sia da parte di ecclesiastici sia da parti di laici); ciò ebbe il suo momento più intenso nel 1486, quando venne pubblicato il Malleus Maleficarum.
Solo 36 dei 500 processi per per reato di stregoneria, riportano la testimonianza originale di testi o di parti lese che denunciarono di essere state diffamate. E tutti sottolineano l'uso di pratiche magiche, mentre il diabolismo risulta del tutto assente. Inoltre, le accuse di commercio col diavolo si trovano per lo più nei processi per stregoneria celebrati davanti a tribunali ecclesiastici, mentre esse appaiono solo nell'11% dei casi sollevati davanti a tribunali laici. Quello che veramente risulta interessante da queste pagine non è tanto la distinzione tra credenze popolari e opinioni del clero, quanto il loro intreccio.
In queste pagine, quindi: "la religiosità popolare nell'Europa tardomedievale", "il protestantesimo erastiano", "la tradizione calvinista", "l'Inquisizione nei paesi cattolici", "il cattolicesimo centro-europeo", "l'America (cristianesimo, religioni amerinde e superstizione), "la guerra alla superstizione (1680-1725)", "la tolleranza e i suoi oppositori nell'Europa centro-orientale", "gli ebrei in Europa".

...Insomma uno sguardo su "verità storiche" che tutti crediamo di conoscere, ma... ;)

Buona Lettura image
apu
view post Posted: 18/3/2009, 11:26 [Michael Crichton] NEXT - Techno-thriller
Beh...a questo tema credo si adatti bene una delle poesie che preferisco...

Ode all'atomo

Pablo Neruda

Piccolissima
stella
sembravi
per sempre
sepolta,
e nel metallo, nascosto,
il tuo diabolico
fuoco.
Un giorno
bussarono
alla tua minuscola
porta:
era l'uomo.
Con una
scarica
ti liberarono,
vedesti il mondo,
uscisti
nel giorno,
percorresti
citta',
il tuo gran fulgore arrivava
a illuminare le esistenze,
eri
un frutto terribile
d'elettrica bellezza,
venivi
a affrettare le fiamme
dell'estate,
e allora
giunse
armato
d'occhiali di tigre
e armatura,
con camicia quadrata,
con sulfurei baffi
e coda di porcospino,
giunse il guerriero
e ti sedusse:
dormi,
ti mormoro',
avvolgiti tutto,
atomo, che sembri
un dio greco,
una primaverile
modista parigina,
adagiati
sulla mia unghia,
entra in questa cassettina,
e allora
il guerriero
ti mise nel suo gile'
come se fossi soltanto
una pillola
nordamericana,
e se ne ando' per il mondo
e ti lascio' cadere
a Hiroshima.
Ci svegliammo.
L'aurora
si era consumata.
Tutti gli uccelli
caddero calcinati.
Un odore
di feretro,
di gas delle tombe,
tuono' per gli spazi.
Ascese orrenda
la forma del castigo
sovrumano,
fungo cruento, cupola,
gran fumata,
spada
dell'inferno.
Ascese bruciante l'aria
e si sparse la morte
a onde parallele,
e raggiunse
la madre addormentata
col suo bambino,
il pescatore del fiume
e i pesci,
la panetteria
e i pani,
l'ingeniere
e i suoi edifici,
tutto fu polvere
che mordeva,
aria assassina.
La citta'
sgretolo' i suoi ultimi alveoli,
cadde, cadde d'un tratto,
demolita,
fradicia,
gli uomini
furono d'improvviso lebbrosi,
afferravano
la mano dei figli
e la piccola mano
rimaneva nella loro.
Cosi', dal tuo nascondiglio,
dal segreto
manto di pietra
dove il fuoco dormiva,
ti trassero,
scintilla accecante,
luce rabbiosa
per distruggere le vite,
per infestqre lontane esistenze,
sotto il mare,
nell' aria,
sulle spiagge,
nell' ultimo
tgomito dei porti,
per cancellare
i semi,
per assassinare i germi,
per ostacolare la corolla,
ti destinarono, atomo,
a lasciare rase al suolo
le nazioni,
a tramutare l'amore in nera pustola,
a bruciare cuori ammonticchiati,
ad annebbiare il sangue.
Oh folle scintilla,
torna
nel tuo sudario,
sotterrati
nei tuoi strati minerali,
torna ad essere pietra cieca,
non dar retta ai banditi,
corrotti invece
alla vita, all' agricoltura,
soppianta i motori,
stimola l' energia,
feconda i pianeti.
Non hai piu'
segreti
cammina
in mezzo agli uomini
senza maschera
terribile
affrettando il passo
e propagando
i passi della frutta
separando
montagne,
raddrizzando fiumi,
e fecondando,
atomo,
straboccata
coppa
cosmica,
torna
alla pace del grappolo,
alla velocita' della gioia,
torna al recinto
dalla natura,
mettiti al nostro servizio,
e anziche' le ceneri
mortali
della tua maschera,
anziche' gli inferni scatenati
della tua collera,
anziche' la minaccia
del tuo terribile chiarore,dacci
la tua sussultante
indocilita'
per il bene dei cereali,
il tuo magnetismo sfrenato
per fondare la pace fra gli uomini,
e cosi' non sara' inferno
la tua luce abbacinante,
ma solo felicita',
mattutina speranza,
contributo terrestre.



Prima di parlare e di giudicare...fermiamoci a riflettere ;)
view post Posted: 18/3/2009, 11:12 [Jack London] Il richiamo della foresta - Avventura
CITAZIONE (Eindh @ 15/3/2009, 14:00)
Leggete questo libro, vi resterà dentro per sempre. ;)
In realtà ci sarebbe molto di più da dire su questo capolavoro, però sono per lo più sensazioni, emozioni che mi riaffiorano assieme ai ricordi, impossibili da descrivere a parole, troppo astratte, complesse e profonde per essere riportate in poche righe.
Il richiamo della foresta è uno di quei racconti che ti forma come persona, va letto da bambini perchè possa avere una grande influenza nella crescita e nella formazione di determinati valori individuali.
Mentre molti altri libri si perdono lasciando dietro di se soltanto poche tracce del loro passaggio (tracce che comunque ogni libro lascia anche quando crediamo il contrario, anche quando siamo convinti di aver dimenticato tutto) questo è diverso, il richiamo della foresta è ancora forte in me, si fa ancora sentire... Ma forse questo effetto varia da persona a persona. ;)


:bounce: :bye1:

:quoto: :love1:

Per quanto riguarda quel che hai detto di Buck è tutto assolutamente vero...eppure per me è ancora un Husky :P ...e questa cosa mi fa amare i libri ancora di più...solo con un libro siamo noi che creiamo le immagini...e le parole, anche nelle più dettagliate descrizioni, toccano in ognuno di noi corde diverse...così accade, ad esempio, che il protagonista da qualcuno sia visto come quello non di razza che si rivela addirittura migliore di quello appositamente "scelto" per un determinato ruolo...mentre per qualcun altro, "l'involucro" del protagonista cambia forma rivelando quel che è la sua natura interiore...
view post Posted: 18/3/2009, 10:46 [Vicki Myron] Io e Dewey - Storie Vere
A proposito "dell'inesprissività" dei gatti...lascio che a risponderti sia quest'immagine di un gatto che voi credo conosciate :P

image

Poi, perdonami...ma dare dell'animale inutile ad un gatto è una corbelleria grossa come il colosseo :P ...anche il gatto, apparentemente, più pigro del mondo è pur sempre un felide ;) ...e per questo ha un posto ben preciso nella catena alimentare (ehm...MODENATURALISTA:ON)

Egoista? ...non credo...forse non osserviamo bene i gatti quando facciamo tali affermazioni (è molto semplice fermarsi all'apparenza...pensa che spesso capita anche nel giudicare le persone ;) )

Poi... io di animali ne ho avuti davvero tanti e diversi...persino un granchio :P ...ora ho solo 12 gatti...2 cani...dei pesci...e per la gioia di mia mamma non vivo più con lei...ma il punto è che...pur avendo amato il mio cane Sugar in modo indescrivibile...continuo ad ammirare i gatti per il loro carattere...
...un cane resta col suo padrone anche se questi è un bastardo @°#/#[§*** che lo maltratta...provaci con un gatto ;)
view post Posted: 18/3/2009, 10:17 [L. V. Saccorotti a cura di] Leggende sugli sciamani siberiani - Fiabe & Leggende
Allora...aspettate un attiminoimage :P

Innanzitutto, son contenta di aver toccato anche stavolta un tema che vi incuriosisce e di cui parlare insiemeimage

Ed ora...

Ardito non sono sicura di aver ben capito la tua domanda image
CITAZIONE
..La cosa che non capisco è se questa "religione" abbia un fondamento semi-realistico tipo il cristianesimo..o se il concetto di spirito fosse totalmente non reale....

cioè...diciamo pure che non ho proprio capito, ma provo ad ipotizzare :P ...se mi stai chiedendo se esista qualche "traccia storica" dell'esistenza degli spiriti cui si riferisce lo sciamanesimo, come ad esempio per le figure di Gesù o Maometto...la risposta è, evidentemente, no

Poi, forse, va chiarito che lo sciamanesimo non può esser definito una "religione in senso stretto"...si tratta piuttosto di una pratica transculturale ;)
(insomma, questo libro, ad esempio, parla degli sciamani siberiani...ovvero di quelle figure che praticano lo sciamanesimo, nella sfera dei credo siberiani; ma il credo siberiano è notevolmente distinto, ad esempio, dal credo degli aborigini australiani, tra i quali pure è presente la figura dello sciamano)



CITAZIONE (*Dogma* @ 17/3/2009, 23:24)
A quanto ne so (molto poco) :) bisogna ricordare che il fatto che un essere soprannaturale possa prendere il posssesso di un essere vivente o di un luogo è un credo diffuso in molte religioni tra cui la nostra e soprattutto tra i credi sciamanici.
Le culture sciamaniche presentano una forma di liberazione dagli spiriti.
A tale proposito va ricordata, infatti, la figura dell'esorcista, (presente anche nella nostra religione) egli è spesso un sacerdote (con poteri maggiori) che con preghiere e poteri particolari evoca forze benigne. :vampire:

Qui invece la situazione si complica notevolmente...e devo fare affidamento a tutte le mie capacità comunicative per tentare di spiegare una sfumatura che, potrebbe, esser compresa addirittura al contrario di quello che èimageimage...quindi ce la metterò tutta, abbiate pazienza...non garantisco il risultato :P

Siamo entrati ora in una sfera in cui sciamanesimo e stregoneria si fondono e, quindi, confondono ;)
Lo sciamano, in realtà, rappresenta una sorta di ponte tra il mondo terreno e quello degli spiriti...sintetizzandosi, in pratica, nella figura di un saggio-guaritore...ciò che lo caratterizza, in quanto guaritore, potremmo dire (concedetemi, però un po' di libertà in tal senso) è lo stato di trance che accompagna il suo "operare".
Cosa questa che non si rinviene né tra gli stregoni né tra gli esorcisti di cui parla *Dogma*...e questi ultimi somigliano di più agli stregoni, appunto, che non agli sciamani.

Si tratta di un confine apparentemente sottilissimo, eppure fondamentale...ma che per essere compreso necessita dell'attenta osservazione delle differenti culture. Ne è prova, ad esempio, il fatto che se si effettua una rapida ricerca in internet, alcuni siti che parlano di sciamanesimo lo escludono, ad esempio, da alcune aree geografiche, mentre altri ne parlano come di un fenomeno mondiale ;)

Edited by Apu hau - 18/3/2009, 10:37
view post Posted: 16/3/2009, 16:11 [L. V. Saccorotti a cura di] Leggende sugli sciamani siberiani - Fiabe & Leggende

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Titolo: Leggende sugli sciamani siberiani
A cura di: Luciana Vagge Saccorotti
Editore: Franco Muzzio (collana: Parola di fiaba)
Pubblicazione: 2001
Prezzo: € 14.46



Protagonisti delle Leggende sugli sciamani siberiani sono antichi sciamani alle prese con vicende straordinarie.

"In principio non c'erano né malattie né morte. Poi gli spiriti maligni decisero di tormentare gli uomini con questi flagelli. Per rimediare a tali malefatte, gli dei mandarono allora dall'alto dei loro cieli l'aquila.
Giunta a terra per soccorrere gli uomini, l'aquila non riuscì a far comprendere loro né la sua lingua né le proprie intenzioni. In quelle condizioni il grande rapace si trovò costretto a far ritorno in cielo. Gli dei gli ingiunsero allora di ritornare sulla terra e di donare al primo uomo che avrebbe incontrato il potere di sciamanizzare.
Volata nuovamente a terra, l'aquila trovò sotto un albero una donna addormentata che viveva separata dal marito. Si unì a lei e la rese incinta. Ritornata presso il marito, la donna mise al mondo un figlio che fu il primo sciamano."

...così una leggenda dei buriati racconta la nascita del primo sciamano.

Un po' di sciamanesimo ;)

Sciamanesimo, in senso antropologico, è un termine che indica l'insieme delle credenze ed il modo di vivere e di vedere il mondo, di società animiste non alfabetizzate, imperniato intorno ad una particolare figura di guaritore-saggio ed alla sua attività magico-religiosa: lo sciamano.
La figura dello sciamano nasce nelle società primitive con lo scopo di risolvere problematiche di base per la sopravvivenza di qualsiasi società. Secondo queste società primitive, in ultima istanza, erano gli spiriti ultraterreni a determinare la sorte e gli avvenimenti terreni; ogni problema poteva perciò essere risolto solo da qualcuno che avesse la capacità ed i mezzi per entrare in contatto con tali spiriti, affrontando un "viaggio" ultraterreno nel loro mondo, trovando lì la soluzione ai problemi. Questo è lo sciamano, un "ponte" tra il mondo terreno e quello ultraterreno. Secondo la cultura sciamanica, non si può diventare sciamani per scelta o per semplice iniziazione, ma si deve ricevere una "chiamata" da parte degli "spiriti" e a questa chiamata non si può rispondere negativamente.
Gli elementi fondamentali che caratterizzano la figura dello sciamano, comuni a tutti i luoghi ove la credenza sciamanica si sia diffusa e pressoché identici dall'Australia alle Americhe, all'Asia, possono essere così riassunti:
1. La chiamata sciamanica. Lo sciamano, prima di diventare tale, asserisce di ricevere una "chiamata" da parte degli "spiriti", alla quale non può rifiutarsi di rispondere positivamente.
2. Il viaggio sciamanico. Un "viaggio" mentale, onirico nel "mondo degli spiriti", che lo sciamano compie alla propria investitura e successivamente, con modalità differenti (a volte anche per mezzo di allucinogeni), ad ogni suo intervento volto a risolvere problemi propri, della comunità o di singoli. Le fasi caratteristiche del "viaggio" sono:
- trance (stato psichico alterato che in alcuni casi viene raggiunto tramite l'uso di allucinogeni e che permane per tutta la durata del "viaggio"),
- metamorfosi, lo sciamano si trasforma (durante il viaggio, quindi in sogno) nell'animale che lo protegge e da cui deriva il proprio potere.
- combattimento (compie durante il viaggio combattimenti contro gli spiriti ed altri sciamani).
- ritorno (lo sciamano "rientra" dal "viaggio" con la soluzione al problema)
3. Anargirismo, ovvero il divieto per lo sciamano di ricevere compensi in denaro (pena la perdita del potere sciamanico).

Lo sciamanesimo siberiano è una tecnica dell'estasi durante la quale il protagonista è convinto che la sua anima si traferisca altrove, agli inferi per imbattersi negli spiriti o in alto nelle sfere celesti. Lo sciamano siberiano domina gli spiriti senza subire la possessione. Le leggende riguardano soprattutto popoli di lingua altaica, quali i buriati, gli iacuti, i tungusi e gli altaici stessi. Gli sciamani siberiani sono esseri in qualche modo prescelti, o per vocazione o per predisposizione ereditaria, che entrano nella sfera del sacro per compiere "un viaggio extraterreno". La consacrazione avviene tramite una cerimonia di iniziazione e di purificazione. È di notevole importanza il costume impregnato di forze spirituali, preparato con pelle di renna o di uccello, che raggiunge talvolta i trenta chili a causa degli ornamenti; il costume è completato da un cappello, o un casco di ferro come usa tra i buriati, dalle calzature e da un bastone. Inoltre è fondamentale il tamburo che lo sciamano utilizza nelle kamlan'e (sedute sciamaniche) per allontanare gli spiriti maligni e per attirare quelli benefici. Tra le funzioni dello sciamano siberiano vi è la guarigione del malato e di accompagnare l'anima del defunto nel regno dei morti.

Nel libro sono raccontate, da diversi narratori, "testimonianze sulla divinazione degli sciamani", miti sulla nascita di questi, storie sulla discendenza divina, "la malattia e il delirio degli sciamani", "l'albero, gli animali e gli uccelli nei miti degli sciamani", "l'iniziazione degli sciamani", "leggende sugli antichi sciamani", "i miracoli degli sciamani", "analogie buriate e tunguse", "la kamlan'e e altri riti sciamanici".

Tanti racconti insomma per un surreale viaggio nel mondo degli spiriti ;)

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apu
view post Posted: 14/3/2009, 21:35 [Jack London] Il richiamo della foresta - Avventura

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Titolo: Il richiamo della foresta
Autore: Jack London
Curatore: P. Pieroni
Editore: Einaudi Ragazzi (collana Storie e rime)
Dati: 2005, 160 p., ill.
Prezzo: € 9.50



L'AUTORE
Jack London nacque a San Francisco nel 1876. Dopo una vita fitta di avventure, molte delle quali si ritrovano nei suoi romanzi, esordì nel 1900 con un libro di racconti a cui fecero seguito molte altre opere di successo. Morì nel 1916, alcolizzato e coperto di debiti. Tra il 1900 e il 1920 fu lo scrittore più letto nel mondo.

IL LIBRO

"Al primo passo sulla superficie fredda, le zampe di Buck affondarono in qualche cosa di bianco e di morbido, molto simile al fango. Balzò indietro sbuffando. Una gran quantità di quel fango bianco si agitava nell’aria. Si scosse; ma continuava a venirgli addosso. Annusò curiosamente quella cosa e provò a leccarla. Sembrava fuoco e subito scompariva. [...] era la prima neve che vedeva."

...era il primo libro che leggevo!
Avevo da poco imparato a leggere e vivevo in una casa piena di libri. La grande libreria (in quel periodo più grande ancora, per la verità, data la mia statura) copriva un’intera parete del salone; l’unica interruzione, tra i volumi, era la lunga finestra con i vetri all’inglese. Non tutti i libri di mia mamma, però, avevano trovato la loro giusta collocazione tra quegli scaffali. Alcuni erano tra le nicchie nella parete del salotto, altri erano disposti, neanche fossero su misura, in vari angoli della casa, altri ancora poi, le fiabe, erano in ordine perfetto, nella mia cameretta. Ma tra tutti, i più belli (o, forse, sarebbe meglio dire...affascinanti) erano per me tre volumetti, un po’ vecchiotti, con le pagine ingiallite, che erano a dimora perenne sul comodino di mia madre. Non erano lì perché li stesse leggendo, né perché ne avesse l’intenzione (li aveva già letti da un bel po’), quella era solo la loro giusta collocazione.
Era inverno, di quegl’inverni in cui ancora capitava, dalle mie parti, che la neve facesse capolino. Così, per evitarmi il raffreddore (mai preso, in verità) mia mamma, colpita (complice la deformazione professionale, ovviamente) da perenne "sindrome da maestra", mi propose di scegliere un libro ed iniziare la lettura.
Ah! Se avessi immaginato cosa avrebbe scatenato...una passione svegliata che non si è più riappisolata! :P
Tra i tanti volumi dalle copertine colorate, rifiniture dorate, pagine illustrate...cosa scelsi? ...uno dei tre libretti sul comodino. Mi sforzo, in questo momento di ricordare, ma...niente...i titoli non mi tornano in mente. Non tutti, cioè; quello, il prescelto, lo ricordo bene: "Il richiamo della foresta" di Jack London.
E’ la storia di un cane vissuto fino all’età di quattro anni in famiglia, un cane abituato ad amare e ad essere amato. Tradito da un uomo di cui si fidava, fu venduto come cane da slitta. Il romanzo è, infatti, ambientato nel Grande Nord, ai tempi della Corsa all’Oro. Buck, è questo il nome del protagonista, dovrà conoscere la malvagità, il gelo del Nord, le regole spietate della corsa al prezioso metallo prima di imbattersi di nuovo in un essere umano con cui intrecciare una storia di affetto e di amicizia.
SPOILER (click to view)
Ma la sua natura selvaggia alla fine avrà la meglio...


Solo ora mi rendo conto che quel cane mi era parso tanto "lupo", dalle pagine di London, da averlo per anni figurato come uno splendido Siberian Husky. Forse perché i requisiti indispensabili per trainare una slitta sono: la forza, la potenza, la resistenza, un carattere docile ed obbediente...come un Siberian Husky...come Buck. Ma Buck, in realtà, era figlio di Elmo, un "grande San Bernardo" e Shep "una cagna da pastore scozzese". Ripensavo (e ripenso ancora) a quel cane ogni volta che nevica; a quel punto, è quasi un rito ormai per me...devo toccare quella "cosa bianca e morbida, simile a fango" e, provando quella sensazione di bruciore eppure freddo, ritrovo quel selvaggio e fiero amico in me. Per quanto tempo l’ho tenuto dentro di me, era un’emozione. Quel cane, figlio del genio di un uomo, uno scrittore (e non di Elmo e Shep) era rimasto nel mio cuore. Poi un giorno l’ho incontrato! Era lui, ho riconosciuto il suo fare da re, quel suo sguardo fiero, inconfondibile. Ero all’università e lui era lì, col suo..."padrone" (nonché mio professore di "paleontologia umana", in quei giorni, mio mentore ed amico, oggi). Obbediente, ma per scelta, si capiva. Lo ammiravo ogni giorno. Intelligente, grande, potente. Si chiamava Sasha ed era un magnifico Siberian Husky, "figlio del Nord".
L’eredità del Grande Nord è rivelata, nel Siberian, da un corpo moderatamente compatto e ben fornito di pelo, le orecchie erette e la coda a spazzola.
Le tracce di questo cane si perdono nella neve accanto alle impronte di un popolo seminomade della Siberia Orientale, i Ciukci. Cani robusti e veloci, i Siberian Husky, usati prevalentemente nel traino per spostarsi nei territori di caccia, erano i compagni ideali e, quasi, indivisibili di un popolo di cacciatori. Secondo una leggenda ciukcia, dopo le sofferenze terrene il cane è posto a guardia del regno dei morti, dove impedisce l’entrata a chi in vita l’ha inutilmente maltrattato.
Perfetto equilibrio di forza, velocità e resistenza...il Siberian Husky non abbaia...ma ulula!

[...] E' un grande lupo dalla meravigliosa pelliccia, simile agli altri lupi, e tuttavia diverso da loro. Arriva solitario dal ridente paese dei boschi e scende fino a una radura tra gli alberi. Là un rivo biondo fluisce da sacchi marciti di pelle d'alce e si disperde a terra; lunghe erbe e muschi lo ricoprono e nascondono al sole il suo giallo splendore. E là egli rimane per qualche tempo silenzioso, ulululando una volta sola, a lungo e lugubremente, prima di partire.
Ma non sempre è solo. Quando vengono le lunghe notti d'inverno e i lupi seguono il loro cibo nelle vallate più basse, lo si può vedere correre alla testa del branco nella pallida luce lunare o nei chiarori crepuscolari dell'aurora boreale, balzando gigantesco sopra i suoi compagni, la vasta gola mugghiante mentre canta il canto del più giovane mondo, il canto del branco.


Buona Lettura image
apu

P.S.: Questa recensione la dedico a quel Sasha (i cui passi, in quegli stessi corridoi, sono seguiti adesso da Macchia ;) ) e a Sugar image l'amico che per tanti anni ha percorso la strada con me...

Edited by Apu hau - 14/3/2009, 21:55
view post Posted: 14/3/2009, 20:52 Pseudo chat - Off Topic
Non so chi sia...ma si firma "CIANCIO" ;)
view post Posted: 14/3/2009, 20:24 Pseudo chat - Off Topic
Stasera condivido con voi un momento piacevole delle mie giornate tra gli scheletri...beh, per la verità vi parlo della mia classica pausa pranzo :P

...ecco, nelle nostre giornate si arriva ad un momento in cui la fame prende il sopravvento...allora finalmente ci decidiamo ad uscire...facciamo un bel po' di strada, ma poi, finalmente, arriviamo alla meta...o quasi...perché in effetti, a questo punto, abbiamo due opzioni...
opzione n.1: pizza strepitosa nella migliore pizzeria della zona...decisamente opzione preferita se non fosse per il fatto che la suddetta pizzeria è, il più delle volte, troppo affollata perché il nostro stomaco possa tollerare ancora tanta attesa...
opzione n.2: pizza nella pizzeria più distante della zona, ma per questo decisamente meno affollata...

...bene...scegliamo l'opzione n.2 ed ecco la scatola della nostra pizza...
image

Ora...voi penserete che la nostra pausa pranzo sia tutta qui, niente di particolare insomma, una pausa pranzo qualunque...ma...in realtà, la follia è appena iniziata...perché io e Aurelio (il folle che pranza con me :wacko: :lol: ) iniziamo a disquisire sull'immagine raffigurata sulla scatola incriminata...sì perché converrete con noi che la mascherina del "Super Pizzaiolo" sembra più adatta ad un ladro stile banba bassotti piuttosto che ad un supereroe :P ...per non parlare del gatto (che corre come un coniglio) e del bimbo (che rincorre felice un tizio con la pizza che, però, sembra non avere la minima intenzione di fermarsi)...

...inutile dirvi che, dopo una doverosa sosta in pasticceria in cui facciamo scorta di pasticcini al cioccolato image, ce ne torniamo in laboratorio pronti ad importunare tutti i frequentatori del dipartimento costringendoli a riflettere sull'immagine della nostra scatola della pizza...
...beh...è venuto fuori di tutto...da chi lamenta la microcefalia del Super Pizzaiolo a chi si sofferma sulle sue tre dita...per finire con chi, dopo tre giorni, ormai stufo...ci insulta :cry:

Allora, adesso che sapete cosa vi state perdendo ogni giorno...lunedì pranzate con noi?image
view post Posted: 12/3/2009, 18:13 [Ray Bradbury] Fahrenheit 451 - Fantascienza
CITAZIONE (Miss V @ 12/3/2009, 18:01)
Quindi anche Farhenheit si può definire un romazo sociale?

:MissV:

Direi sicuramente: sì ;)
Fahrenheit 451, volendo rappresentare i rischi di una società dispotica, rientra a pieno titolo in quel filone definito della fantascienza sociologica; del resto, in alcuni suoi passi è, a mio avviso, evidentemente influenzato dal maccartismo che caratterizzò la società statunitense negli anni in cui questo romanzo fu scritto...mi riferisco, insomma, a quel periodo della storia USA, noto come "la seconda paura rossa" e caratterizzato dall'intenso sospetto anticomunista, durato dai tardi anni quaranta fino a circa la metà del decennio successivo. Qundi, insomma, direi che la definizione "romanzo sociale" si applica decisamente bene anche a questo libro...
view post Posted: 12/3/2009, 16:31 [Michael Crichton] NEXT - Techno-thriller

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Titolo: Next
Autore: Crichton Michael
Traduttore: Bagliano B.
Editore: Garzanti Libri (collana Narratori moderni)
Dati: 2007, 488 p., rilegato
Prezzo: € 19,60



Questo romanzo è opera di fantasia, tranne per le parti che non lo sono.

Note dalla copertina

Benvenuti nel mondo genetico.
Veloce spietato e fuori controllo.
Non è il futuro, sta già accadendo.


Accumuliamo ogni giorno scoperte scientifiche straordinarie e vediamo applicare tecnologie incredibili. Vendiamo ovuli e sperma a caro prezzo via Internet. Possiamo sottoporre il nostro partner a un test per scoprire se ha qualche malattia genetica. Viviamo in un'epoca in cui il 20% dei nostri geni è di proprietà di qualcun altro, un laboratorio privato, una multinazionale farmaceutica, una università: dunque un ignaro cittadino e i suoi familiari possono diventare oggetto di una caccia all'uomo; o meglio, di una caccia al suo prezioso codice genetico. Quello che sta già prendendo forma è uno scenario che sorprende, affascina e inquieta. Per farcelo vivere, Michael Crichton fonde in maniera originale le sue invenzioni narrative alle nuove frontiere della biotecnologia. Ci fa entrare in un mondo dove nulla è più come sembra. Next dimostra che il nuovo mondo genetico può sorprendere in ogni momento, cambiando le vite degli individui. L'incontro e lo scontro tra le nuove frontiere della scienza e la nostra esperienza quotidiana sfidano il nostro senso della realtà, con invenzioni ora comiche ora bizzarre, ma più spesso terrificanti.
Next ci pone di fronte a delle scelte difficili che dovremo prendere in ambiti nei quali non ce lo aspetteremmo: nella nostra vita quotidiana, nei nostri affetti, nel nostro rapporto con la natura e con gli animali domestici.

La trama...in breve

Tutto comincia con dodici embrioni transgenici trafugati dai laboratori di Cambridge e conservati in un thermos pieno di azoto liquido. Eddie Tolman si reca alla “BioChance 2006 Conference” per incontrare il suo contatto e rivendere gli embrioni. Il detective Vasco Borden lo tiene sott’occhio, ma qualcosa nel pedinamento va storto e, una volta recuperato il dewar, i geni sono misteriosamente scomparsi. Tolman per non farsi catturare si suicida e l’indagine deve ricominciare da capo.

Qualche commento ;)

In questo techno-thriller, in cui le 488 pagine che lo compongono scorrono come fossero appena 20, Crichton punta sugli aspetti più estremi e spettacolari della tecnologia genetica, sulle sue potenzialità e sulle contraddizioni che l'uso di una tecnologia così poco e male regolamentata sta causando. Next, trattando di genetica, embrioni e compagnia, si occupa di argomenti di cui ormai siamo abituati a parlare davanti ad una pizza, andando talvolta anche più in là di dove arriva la fantasia di Crichton. Quindi in alcuni casi si finisce col pensare “questo lo sapevo pure io”; ma, diabolicamente intelligente, Next mescola realtà e finzione per creare una storia mozzafiato ambientata in un mondo di infinite possibilità, dove niente è come sembra. Mette in discussione tutto quello che pensiamo di sapere, tutto ciò che crediamo giusto ed etico, scardinando le nostre certezze e rivelando le scioccanti nuove scelte che presto saremo costretti ad affrontare.

Next metterà a dura prova le nostre convinzioni, ci farà dubitare di cosa sia vero e di cosa sia etico. Lo sapete che un quinto dei nostri geni appartiene a qualcun altro? Se esiste una nuova cura per la tossicodipenza, siamo sicuri che sia davvero migliore della malattia? Ci sono solo 400 geni diversi tra l'uomo e lo scimpanzé: è davvero impossibile creare gli ibridi sognati da Hitler e Stalin? Vorreste progettare il vostro animale da compagnia, cambiare il colore dei pesci nell’acquario? O vendere ovaie e spermatozoi on-line per migliaia di dollari? Questo non è il futuro: è ciò che succede già adesso, molti degli eventi descritti nel romanzo sono già accaduti. Ed il resto è dietro l’angolo.

Insomma, ancora una volta "un Crichton" da leggere, perché si può anche non essere d’accordo con alcune sue tesi, ma quella non è la cosa fondamentale. Il punto è, di nuovo, la riflessione!
Nell'universo di Crichton insomma c’è spazio per tutte le opinioni, ma solo se intelligenti!


Buona Lettura image
apu
view post Posted: 12/3/2009, 14:43 [Ray Bradbury] Fahrenheit 451 - Fantascienza
CITAZIONE (Miss V @ 12/3/2009, 10:45)
Ma dai... 1951? guarda guarda, tre anni dopo 1984 di Orewll..

Sissì...nel 1951 viene pubblicato per la prima volta sulla rivista Galaxy Science Fiction, mentre in Italia, nel 1953, su Urania Rivista in due puntate (nn. 13 e 14, novembre e dicembre) con il titolo Gli anni del rogo. Invece, il mondo nuovo di Aldous Huxley, che citavo perché in esso è trattato, in un certo senso, lo stesso tema di Fahrenheit 451, ovvero la gestione delle informazioni e del controllo della società, fu pubblicato nel lontano 1932.

CITAZIONE (Miss V @ 12/3/2009, 10:45)
quindi si può dire che Bradbury sia a sua volta un anti utopista?? :huh:
:MissV:

Beh, in realtà c'è una sottilissima differenza tra Orwell e Bradbury...
Ovvero, mentre Orwell, nel suo romanzo, non lascia alcuna via di fuga (quindi se non ho mal interpretato le tue parole, in tal senso è indubbiamente un "anti utopista"), il libro di Bradbury ha un finale aperto a una nuova vita e alla speranza.
Secondo alcuni critici addirittura, in Fahrenheit 451 Ray Bradbury avrebbe inteso prefigurare semplicemente una società utopica cresciuta all'ombra di cervellotici machiavellismi ;)

view post Posted: 12/3/2009, 09:53 [Ray Bradbury] Fahrenheit 451 - Fantascienza
Bellissimo libro!!!..."figlio" di uno dei più grandi autori di fantascienza (ma quanto mi piace 'sto genere :B): ).
:quoto: Z.T.L., decisamente Fahrenheit 451 possiede numerose analogie con 1984 di George Orwell al quale aggiungo Il mondo nuovo di Aldous Huxley.

In questo "romanzo dal sapore profetico" (che, sottolineo, fu scritto nel 1951 e pubblicato per la prima volta nel 1953) il "visionario", quasi (quasi eh ;) :P) "Dickiano", Ray Bradbury dipinge un quadro spaventoso, ma , appunto, per certi versi attualissimo: persone che non possono fare a meno degli schermi televisivi, automi che ingurgitano informazioni senza alcuna possibilità di selezionare e scegliere; libri e cultura banditi come nemici della società civile; idee e ideali inesistenti.
Insomma...un incubo...ma di quelli peggiori...di quelli che, anche dopo esserti svegliato, potrebbe decisamente "rovinarti la giornata"...

Apu
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P.S.: Nel 1966 il romanzo è stato trasposto in un omonimo film, diretto da F. Truffaut e con Oskar Werner nella parte di Guy Montag. Per il 2009 nuova pellicola, diretta da Frank Darabont. ;)
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